“Addio alle armi” Ernest Hemingway

1 09 2008

Ricominciamo la nostra rubrica sto leggendo…
Chiedo scusa per le mancate recensioni, ma purtroppo questa estate non ho letto tanto…
Contrariamente alle persone normali, infatti, preferisco leggere la sera, e d’estate, tornando tardi e
stanco, non mi sono preso quel piacere quotidiano che amo così tanto, forse superato solo dal
suonare la chitarra…
Ma andiamo al punto.
Oggi ho scelto di recensire “Addio alle armi” di Ernest Hemingway.
Il libro in questione l’ho letto circa un annetto fa… dopo il mio innamoramento per Hemingway
dovuto alla lettura de “Il vecchio e il mare”, libro che mi ha fatto veramente uscire pazzo per le
descrizioni così dettagliate e precise, per l’immedesimarsi del lettore nella storia, che ha dello
strabiliante.
“Addio alle armi” è un libro che veramente riesce a far capire al lettore il disagio, la paura, il
pericolo, e anche il coraggio che uomini veri, hanno avuto durante la prima guerra mondiale, ma
come Hemingway sa fare, si adattano a tutte le guerre.
Forse per averla vissuta, forse per qualche altra cosa, Hemingway è maestro nel descrivere la scena
di battaglia, sia della WWI, sia della guerra di Spagna.
In “Addio alle armi” tutto ciò emerge con forza, e fa innamorare il lettore del giovane tenente
americano, e del buon Rinaldi, che si trovano da una situazione quasi lontana dal campo di
battaglia, girando per i paesi Triestini, conoscendo le infermiere che arrivano sul posto per la guerra
che si combatte più avanti, sul Carso, mentre loro giocano a carte, proprio in mezzo alle granate,
nelle trincee, a soffrire, a venire colpiti e anche a morire.
Per le ferite riportate in battaglia il tenente viene mandato a riprendersi all’ospedale militare di
Milano, dove ritrova la Barkley, l’infermiera conosciuta al fronte, americana come lui, della quale si
era innamorato.
I due all’inizio vivono una storia d’amore nascosta, per poi sfociare in vera passione.
Anche qui si rivela la maestria di Hemingway nel riuscire a mischiare, e a far convivere la guerra
con una storia d’amore, con le amicizia, con le scene di vita troppo lontane dai fucili.
Tornato in guerra, viene subito catturato dagli austriaci, e fatto prigioniero.
Riesce a scappare, con un manipolo di amici, più che di commilitoni.
Il tenente però decide di non tornare in guerra, dice di dire addio a tutto questo, di rifarsi una vita
con la donna che lo ha curato e della quale se ne è innamorato.
I due così scappano, dicono addio alle armi, fino, dopo vari problemi, dopo un lungo vivere in
incognito, prendono una barca e trovano rifugio in Svizzera.
I due si rifanno una vita a Montreaux, fino a quando i due decidono di avere un figlio, e Cathrine,
l’infermiera, viene portata in ospedale, e muore, dopo aver dato alla luce la figlia di due innamorati,
ritrovati soli all’estero, ma uniti da un sentimento fortissimo.
Certi, un finale inaspettato, forse un po’ duro da digerire, ma che rende questo libro ancor di più una
perla da leggere assolutamente.

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